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Visualizzazione dei post da 2020

IL FUTURO DELL’EUROPA CON LA LEZIONE DEL COVID E DOPO LA VITTORIA DI BIDEN STA NEL CAMMINO VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia

  L’Europa non è ancora all’altezza della sfida. La Fase 2 della diffusione del Covid tempesta dappertutto l’umanità, anche l’Occidente è nel pieno della bufera.  Le decisioni istituzionali vanno pertanto prese con risolutezza e appropriatezza, anche in vista della delicata gestione del vaccino, che dovrà essere, oltre che sicuro, gratuito e accessibile a tutti.  L’Unione Europea procede a passo lento, anzi arranca e rischia di dilaniarsi in enormi contraddizioni. Non c’è una efficace strategia comune di lotta al virus e non si riesce a far decollare la pur inedita e innovativa scelta del Recovery Fund, indispensabile per parare i colpi della altrettanto devastante crisi economica. Adesso con il recente risultato elettorale anche gli Stati Uniti si sono rimessi in movimento. Come in altri momenti difficili della loro storia, sanno reagire con un colpo di reni. Avvenne con Roosevelt e più di recente con Obama. Si profila ora una fase stimolante con Biden e la Harris, che h...

Una guerra di cui si parla poco: la ex Jugoslavia di Salvatore Calleri

La mia generazione, la classe 1966, ha convissuto con una guerra oltreconfine di cui si parla sempre troppo poco. La guerra che ha distrutto l'ex Jugoslavia. Complice la calura estiva che mi ha chiuso in casa in contemporanea con il ritorno del covid, mi sono messo a studiare ed analizzare tale guerra rimossa.  La domanda che mi sono posto in primis è stata: perché è successo? La Repubblica della Jugoslavia nasce formalmente come federale, ossia mantiene un potere centrale forte ma rispettoso delle notevoli differenze territoriali e culturali storiche. Il padre politico della patria non bisogna dimenticare che era Tito fino all'anno della sua morte avvenuta nel 1980. Il comunismo jugoslavo nel bene e nel male si è sempre considerato diverso ed orientato verso la cosiddetta autogestione. Qui nasce probabilmente l'errore che ha fatto rifiorire il male oscuro balcanico: i nazionalismi alla loro ennesima potenza.  Il concetto di autogestione prima del modello comunista e poi al...

Il dibattito sull'Europa riflessione di Simona Orlando

Per una volta voglio lasciare ai “tecnici” dell’analisi economica/finanziaria, dei meccanismi fluttuanti ed altalenanti del mercato;...ai metodici studiosi degli establishments politici amministrativi della situazione in corso. Ancora agli appassionati che fanno di un fatto storico, di un evento, di un accadimento anche banalmente “naturale”, un oggetto di ricerca certosina-investigativa di Benedettiana medioevale memoria. Ben troppe parole sono state spese in questi ultimi mesi, e spesso chiamati a fare lo sforzo di capire il perché e il per come di alcune ostinazioni nel perseguire sempre e comunque il negativo, una dietrologia, la rincorsa all’approvazione di un papabile, perché palpabile data l’emergenza, era dovutamente impossibile, moltitudine elettorale. Potrei elencarli tutti. Già! Gli appigli, le polemiche, i dibattiti, i voltafaccia come gli atteggiamenti da Bianconiglio ( Alice nel Paese delle Meraviglie. Carroll), espressi. Oggi celebro il 23 luglio 2020 approvazione d...

Verso gli Stati Uniti d'Europa e del Mediterraneo? Di Salvatore Calleri

Il Consiglio Europeo con i recovery fund da finanziarsi con gli eurobond ha preso una decisione per una volta federale. Decisione presa dopo scontri feroci tra i cosiddetti paesi frugali. In altri tempi ci sarebbe stata una guerra probabilmente. Nulla sarà più come prima. La Unione Europea come è noto è un modello confederale (imperfetto). Come ho scritto più volte i nazionalismi nei sistemi confederali rimangono in vita ed a volte si amplificano, così come è avvenuto in questi giorni dove si è assistito a litigi tra leader come non si vedevano da anni. In Italia molti cittadini nutrono oramai sentimenti di odio per l'Olanda e viceversa. Così per gli altri Paesi. Questo fatto ci deve far riflettere. Per fortuna a bilanciare ciò c'è stata la scelta federalista solidale di messa in comune del debito. Per assurdo se i litigi possono minare il modello confederale spingendo verso una implosione nazionalista, il debito in comune può portare ad una esplosione confederale che ...

RECOVERY FUND: UN GRANDE SUCCESSO, INDUBBIAMENTE INEDITO MA TRAVAGLIATO di Giuseppe Lumia

L’Italia ha ottenuto  un grande successo. Insieme al Presidente Conte con il  Governo ha vinto tutto il Paese. Purtroppo adesso, anziché unirci per sfruttare al meglio questa straordinaria opportunità stabilendo  riforme e un utilizzo condiviso, rischiamo di far prevalere le consuete  divisioni e le polemiche tipiche dell’Italietta, che continua a far danni anche di fronte ad un risultato così netto e  decisivo.  È bene comunque mantenere un approccio progettuale e riflettere su due peculiari profili di questa travagliata esperienza che vanta una  notevole importanza storica. PRIMA RIFLESSIONE Va certamente apprezzata la portata innovativa dell’accordo, soprattutto con  riferimento alla quantità e alle caratteristiche delle risorse. Il Fondo ha una dotazione complessiva di 750 miliardi di euro, di cui 390  per sussidi. Per l’Italia si sono ottenute  le migliori condizioni: più di 80 miliardi di euro, finalmente a fondo perdut...

UN PIZZICO DI FEDERALISMO METTE IN CRISI IL CONFEDERALISMO di Salvatore Calleri

Oggi si assiste in modo chiaro alla ennesima crisi del modello confederale imperfetto scelto dalla Unione Europea. Il consiglio europeo sui recovery fund è stato di nuovo rinviato di un mese e non è stato deciso praticamente nulla. I recovery fund se inseriti nel bilancio europeo sono una misura positiva. Sono infatti una misura federale e quindi solidale. Per assurdo una misura federale inserita in un contesto confederale accelera la crisi di quest'ultimo favorendo l'esternazione degli egoismi nazionali. Cosa puntualmente avvenuta. Ora la crisi economica causata dal covid è epocale e la Unione Europea accusa le lentezze tipiche dei modelli confederali che non decidono e rinviano. Ma di fronte alle crisi epocali i rinvii possono essere mortali. Pertanto o la Unione Europea lo capisce, lo capisce in fretta, o si estinguerà. La storia ce l'insegna. Gli Stati Uniti D'America e la Svizzera son passati da un modello confederale ad uno federale dopo due guerre civi...

LE RISORSE E LE SCELTE PER IL RECOVERY FUND: UNA SFIDA DECISIVA PER L’EUROPA E PER L’ITALIA di Giuseppe Lumia

Eppur si muove! Pochi oramai ci speravano ma l’Europa, messa alle strette, dà segnali di risveglio. Finalmente una bella notizia, il Recovery Fund, tanto voluto dagli europeisti soprattutto italiani, comincia a muovere i primi passi. La proposta che si sta delineando e che la Von der Leyen ha presentato al Parlamento europeo ha due notevoli pregi. Il primo è la consistenza finanziaria del Fondo: 750 miliardi di euro. Naturalmente sarebbe stato meglio se fossimo giunti alla cifra dei mille miliardi, ma già questa somma non è per niente da disprezzare. Il secondo è che di questi 750 miliardi ben 500 sono a fondo perduto, mentre 250 miliardi sono prestiti da restituire. In questo caso è da sottolineare la disponibilità dei 500 miliardi a fondo perduto. Primi vagiti di un’Europa che finalmente si è svegliata, dopo le sonnolenze, gli egoismi, i ritardi della prima fase che ha caratterizzato la reazione europea di fronte all’immane sfida e alla tragedia della pandemia da Coronavirus....

A 70 ANNI DALLA STORICA DICHIARAZIONE SCHUMAN. VERSO GLI STATI UNITI D'EUROPA, CON BUONA PACE DEI MODELLI SOVRANISTI di Salvo Olivo

'' L'Europa delle nazioni, dilaniata da se stessa nel secondo conflitto mondiale, vittima delle mire imperialiste di alcuni Stati, aveva necessità di ricucire le ferite. Cominciare a costruire un sogno con l'obiettivo di un'Unione politica ed economica solidale e pacifica, queste le priorità che 70 anni fa misero le basi per costituire un soggetto fondamentale per gli anni a venire. L'Italia fu determinante. Siamo di fronte ad una stagione, nella quale il contrasto a quei principi fondativi ha raggiunto livelli di allarme. Sono certo molti gli elementi da modificare nel sistema ma sicuramente non si può prestare il fianco ad una azione che tende a distruggere più che a migliorare. Il percorso verso un'Europa federale è lungo e arduo, incontra ostacoli ed è contrastato da un euroscetticismo sempre più radicato nonostante le comuni incognite del futuro che aspettano indistintamente tutti noi. Viviamo nell’era della globalizzazione, le cui contraddizion...

SETTANTA ANNI DI UNIONE EUROPEA: TORNIAMO A SOGNARE E PROGETTARE LA COSTITUENTE DEGLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia

Settant’anni fa, il 9 maggio 1950, l’unità Europea gettava le proprie fondamenta. Alla base del progetto c’erano la pace, dopo la seconda guerra mondiale, e la riconciliazione tra Paesi nemici, soprattutto la Francia e la Germania; l’Italia non fu solo spettatrice, ma svolse una funzione da protagonista, sino a sancire un passo decisivo con la firma dei Trattati del 1957 a Roma. Si osò così tanto che lo stesso leader francese Shuman definì un tuffo nell’“ignoto” l’avvio del cammino che attendeva la nascente Comunità Europea. I nostri Spinelli, Rossi e Colorni, reclusi a Ventotene, mentre soffrivano e languivano nel carcere, sognavano e progettavano la nuova Europa. Allo stesso tempo, leader del valore di Adenauer, De Gasperi, Shuman e Churchill rompevano gli indugi e aprivano la storia a una fase senza precedenti, dopo che l’Europa era stata teatro di milioni e milioni di morti, violenze e sofferenze indicibili, privazioni di libertà e continue mortificazioni della dignità umana....

RECOVERY FUND. FINALMENTE UN SEME FEDERALISTA DA AFFIANCARE AL PROGETTO DEGLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia

Il Fondo Comune Europeo per la Ripresa, più noto come Recovery Fund, è un seme positivo di tipo federalista che finalmente va nella direzione giusta per affrontare il dramma epocale dei risvolti sociali ed economici della pandemia da coronavirus. Lo scontro su questo argomento al Consiglio d’Europa sembra sia stato duro, come nelle settimane precedenti. E i toni rischiano di restare accesi anche nei prossimi giorni. Perché i nazionalisti sono contro gli Eurobond? Adesso pure contro il Recovery Fund? Perché il loro obiettivo è non solo di andare contro una Unione Europea sicuramente ingiusta e inadeguata ma, in sostanza, contro la stessa idea di Europa Unita. Adesso sono un po’ spiazzati e delusi dal possibile fallimento della logica “tanto peggio tanto meglio”. Sotto sotto, infatti, speravano che la stessa Merkel, solo a parole tanto odiata, potesse mantenere ferma la sua ostinata linea contraria al superamento in senso Federale della crisi dell'assetto Confederale dell...

Come passare dal confederalismo al federalismo? Di Salvatore Calleri

Una delle domande ricorrenti quando si parla di Stati Uniti d'Europa è quella di come arrivarci passando dal modello confederale a quello federale. Un passaggio complicato e difficile ma probabilmente necessario. Per passare da un modello confederale tipo Unione Europea ad un modello federale tipo Stati Uniti d'Europa, vi sono tre strade. Vediamo quali. 1. La costituente. Si trasforma il modello in federale attraverso una fase costituente che passa dal parlamento europeo ed attraverso trattative tra i singoli stati. Per seguire questa strada occorre una classe dirigente forte dotata di una visione federale. 2. Il conflitto. Il conflitto è la forma che è stata scelta nei due casi storici di passaggio da un modello all'altro. La guerra di secessione degli Stati Uniti d'America tra il 1861 ed il 1865. La guerra di Sonderbund in Svizzera del 1847. La seconda molto meno cruenta della prima. Oggi il conflitto difficilmente sarebbe armato ma si baserebbe su continui ...

LA UNIONE EUROPEA NON È EUROPEISTA di Salvatore Calleri

Alcune nozioni europeiste di base sono oggi necessarie al fine di capire la situazione esistente dopo la riunione dell'eurogruppo di ieri. Riunione con risultati ben al di sotto delle aspettative. Partiamo quindi dalla prima nozione di base. La Unione Europea de facto è una sorta di confederazione imperfetta.  Le confederazioni oggi sono un modello non più esistente in quanto tendono ad andare in crisi strutturale in quanto vittime dei nazionalismi interni. La storia lo dimostra con due esempi di stati lontani tra loro: Stati Uniti d'America e Svizzera. Stati Uniti d'America : con la guerra di secessione 1861-1865 cambiò modello passando da confederale a federale. Svizzera : con la guerra civile del 1847 cambiò modello da confederale a federale, lasciando agli sconfitti come unica soddisfazione il nome confederale. Ci troviamo quindi di fronte a due realtà confederali andate in crisi con cambiamenti di modello radicale nati dopo un conflitto particola...

EUROPA. NIENTE INFINGIMENTI: SUBITO SUL TAVOLO CONTRADDIZIONI E STRATEGIE di Giuseppe Lumia

L’Eurogruppo  poteva fermarsi piuttosto che  firmare un  ‘accordicchio’.  Sarebbe stato più trasparente e utile prendere atto che non c’erano le condizioni per un’intesa. Tanto che l’apertura sul MES alle sole spese per la Sanità, al fine di fronteggiare il Coronavirus, era scontata. Tanto che sull’Eurobond non c’era in quel contesto di Eurogruppo possibilità di accordo. Tanto che del Fondo per lo sviluppo si fa solo un accenno.  Insomma, era facile prevedere che ognuno sarebbe rimasto  bloccato sulle proprie posizioni. Sarebbe stato più corretto, in questo momento così drammatico, limitarsi a confrontare posizioni e ipotesi senza avanzare una sintesi ridicola e delegare le scelte ai veri decisori, al Consiglio d’Europa e - aggiungerei - al Parlamento Europeo, tagliato per adesso fuori da tutto. Siamo giunti ad un momento delicato nel valutare cosa pensare e cosa fare sul futuro dell’Europa. La “pancia” suggerisce un percorso. Il “cuore e...

EUROPA: FINE O TRASFORMAZIONE DEL GRANDE VALORE DELL’UNITÀ? Di Giuseppe Lumia

Il Coronavirus ha messo realmente in ginocchio anche l’Europa. L’Italia con altri 8  Paesi, divenuti poi 14,  del peso di Francia,  Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Slovenia ha avanzato con forza la proposta di emissione di titoli europei per evitare che, oltre al drammatico danno alla salute, possa essere arrecato un vulnus altrettanto irreparabile all’economia e, a seguire, alla dimensione sociale, come ha ammonito Jacques Delors. Tuttavia, la Germania, l’Olanda, l’Austria, la Finlandia e altri Paesi del nord Europa, coinvolgendo in malo modo la Presidente Ursula von der Leyen, si sono messi di traverso di fronte all’ipotesi di emissione di Eurobond o Coronabond che dir si voglia per rilanciare da subito l’economia alla stregua di quello che vogliono fare la Cina, la Russia, gli Stati Uniti d’America. Siamo giunti così a un bivio, è ormai chiaro a tutti: o l’Europa si trasforma o il suo declino sarà inesorabile. Chiariamo subito che l...

IL FUTURO DELL’EUROPA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS di Giuseppe Lumia

Il Coronavirus, come era prevedibile, si espande anche in tutto il vecchio continente. L’Unione Europea ha fallito? Sì, in molti lo pensiamo, seppure a denti stretti, ma a buona ragione. È stata tarda nel capire, troppo molle o addirittura assente nella capacità di reazione, disintegrata al suo interno nel prendere le misure. In sostanza, ogni Paese sta camminando per conto proprio, anche se molti adesso stanno procedendo nella direzione delle scelte severe fatte in Italia piuttosto che seguire l’approccio tremendo dell’immunità di gregge del premier inglese, Boris Johnson. Dobbiamo evitare tuttavia un fraintendimento. L’Unione Europea ancora una volta ha fallito, sicuramente ieri, ma più che mai oggi. Perché? Molti pensano che la responsabilità sia di una struttura europea che dall’alto sovrasta la volontà democratica dei Paesi aderenti. Non è così. L’Unione Europea è in mano proprio ai singoli Stati che si coordinano con un assetto sterile e inconcludente, quello Intergovernativo...

Come trasformare l'ora più buia in una giornata di sole di Salvatore Calleri

In questo momento l'Europa ed il mondo intero stanno passando un periodo da incubo che potrebbe essere paragonato alla famosa "ora più buia" di storica memoria. I britannici affrontarono quel momento storico con una figura eccellente: Winston Churchill.  Oggi i britannici hanno un ultraliberista al comando che propone di fronte ad una emergenza pandemica mondiale la cosiddetta immunità di gregge che in pratica fa fuori gli anziani. Vi risparmio cosa penserebbe al riguardo Churchill, ma d'altronde lui era per gli Stati Uniti d'Europa, mentre oggi l'uomo al comando britannico è per lo splendido isolamento. Il contrario esatto di ciò che serve. Eticamente non si può accettare il concetto della "immunità di gregge naturale" che è espressione sociale di un ultraegoismo liberista. Il tutto avviene in un contesto in cui gli Usa di Trump non appaiono in grado di fare alcunché imprigionati in logiche nazionaliste... Ah come erano belli i tempi del pia...

IL REGNO UNITO LASCIA L’UNIONE EUROPEA. ADESSO IN CAMMINO PER GLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia

L’ultimo atto si è consumato. Il Regno Unito lascia l’Unione Europea. Senz’altro un giorno storico. Ma non bello. Per niente. Anzi, rischioso. Un grande Paese, una grande storia sceglie la linea peggiore: la linea di chiusura di Johnson  e Farage. Il ritorno indietro al modello dello Stato Nazione rischia solo di fare danni, danni agli Inglesi, danni a noi Europei. Adesso, l’Europa ha di fronte a se due strade: quella regressiva e quella progressiva. Quella regressiva è chiudersi a riccio nell’Unione Europea. Un altro errore da non consumare. La UE ha fatto il suo tempo. Ha avuto degli innegabili meriti nel percorso unitario. Oggi, prevalgono i demeriti: burocrazia eccessiva, incapacità di promuovere sviluppo, soprattutto sostenibile, di guidare l’Europa nelle sfide alle vecchie e nuove disuguaglianze, ai temi ambientali e del cambiamento climatico, di accompagnare i percorsi delle innovazioni tecnologiche e delle intelligenze artificiali, di superare le crisi di sicurezza ...