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Una guerra di cui si parla poco: la ex Jugoslavia di Salvatore Calleri



La mia generazione, la classe 1966, ha convissuto con una guerra oltreconfine di cui si parla sempre troppo poco. La guerra che ha distrutto l'ex Jugoslavia.

Complice la calura estiva che mi ha chiuso in casa in contemporanea con il ritorno del covid, mi sono messo a studiare ed analizzare tale guerra rimossa. 

La domanda che mi sono posto in primis è stata: perché è successo?

La Repubblica della Jugoslavia nasce formalmente come federale, ossia mantiene un potere centrale forte ma rispettoso delle notevoli differenze territoriali e culturali storiche. Il padre politico della patria non bisogna dimenticare che era Tito fino all'anno della sua morte avvenuta nel 1980.

Il comunismo jugoslavo nel bene e nel male si è sempre considerato diverso ed orientato verso la cosiddetta autogestione. Qui nasce probabilmente l'errore che ha fatto rifiorire il male oscuro balcanico: i nazionalismi alla loro ennesima potenza. 

Il concetto di autogestione prima del modello comunista e poi allargato ai singoli stati della federazione ha trasformato de facto questa in una confederazione indebolendo il potere centrale che dimostrò tutta la sua inefficacia alla prima crisi strutturale. 

Davanti a me scorrono le immagini del conflitto,  blando militarmente ma significativo politicamente, iniziato in Slovenia, trasformatosi in guerra a 360 gradi poi. La grande Serbia. La Croazia ipernazionalista. Il Kosovo in fiamme. La Bosnia martoriata e divisa. Ossia la disgregazione di uno Stato, quello jugoslavo, che a dire il vero oggi molti rimpiangono, grazie ad un mix tra una classe dirigente incapace ed un popolo malato di nazionalismi contrapposti.

In parole povere, per rispondere alla domanda iniziale del perché è successo, la trasformazione del federalismo in confederalismo fu la miccia che fece esplodere le identità nazionali che causeranno una guerra civile ferocissima con dei massacri di popolazione civile.

Oggi se ne parla poco, troppo poco. Abbiamo rimosso. 

Al contrario a distanza di tempo è necessario tentare di capire quanto successo anche da un punto di vista teorico e di analisi affinché in futuro determinate cose non si riverifichino.

La memoria è come un albero maestoso da trattare con cura.


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