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EUROPA. NIENTE INFINGIMENTI: SUBITO SUL TAVOLO CONTRADDIZIONI E STRATEGIE di Giuseppe Lumia



L’Eurogruppo  poteva fermarsi piuttosto che  firmare un  ‘accordicchio’. 

Sarebbe stato più trasparente e utile prendere atto che non c’erano le condizioni per un’intesa. Tanto che l’apertura sul MES alle sole spese per la Sanità, al fine di fronteggiare il Coronavirus, era scontata. Tanto che sull’Eurobond non c’era in quel contesto di Eurogruppo possibilità di accordo. Tanto che del Fondo per lo sviluppo si fa solo un accenno. 

Insomma, era facile prevedere che ognuno sarebbe rimasto  bloccato sulle proprie posizioni. Sarebbe stato più corretto, in questo momento così drammatico, limitarsi a confrontare posizioni e ipotesi senza avanzare una sintesi ridicola e delegare le scelte ai veri decisori, al Consiglio d’Europa e - aggiungerei - al Parlamento Europeo, tagliato per adesso fuori da tutto.

Siamo giunti ad un momento delicato nel valutare cosa pensare e cosa fare sul futuro dell’Europa. La “pancia” suggerisce un percorso. Il “cuore e la testa” un altro.

La via della pancia, vediamola  un po’.

Si sostiene che a questo punto sia meglio fare saltare tutto in aria. Lasciamo l’Unione Europea. Facciamo da soli. L’Italia prima di tutto!

Il risultato sarebbe scontato: un vero e proprio disastro! Valutiamo quali potrebbero essere le conseguenze:

1) L’Italia è un grande Paese se gioca in grande. Se si chiude, regredisce nell’Italietta. La sua presunta libertà così recuperata sarà solo nella scelta tra essere colonia russa o cinese oppure tornare ai sogni antichi di  lontana colonia americana.

2) L’Europa divisa produce solo guerre interne: divisa, è debole e irrilevante. Ogni Paese sarà alla ricerca di egemonia senza ritegno e senza scrupoli. Non vincerà alla fine nessuno. Né la Germania, né la Francia né tantomeno noi italiani.

3) La Globalizzazione produce virus letali, disuguaglianze e sconquassi per l’ambiente ma anche irrilevanza per i piccoli Paesi. Ha bisogno di una nuova governance e l’Europa, per svolgere un ruolo importante sotto questo profilo, deve essere ancora più unita e compatta.

La Via della testa e del cuore. Analizziamo pure questa soluzione: ci aiuta a comprendere che l’Unione Europea non è più adatta a proseguire il cammino per un’Europa costruita su base realmente comune. Ci aiuta a ragionare con più lucidità per vedere tutti i vantaggi ideali e concreti del progredire verso la fase più evoluta degli Stati Uniti d’Europa.

Ragioniamo su questi aspetti.

1) L’Unione Europea funziona malissimo perché è ad assetto Confederale, cioè il pilota europeo è nelle mani dei singoli governi che, soprattutto in questa fase, giocano al sovranismo del più forte. Allora è il momento giusto per fare emergere  il conflitto e per gestirlo con una visione più moderna e necessaria come l’assetto su base Federale. 

2) Con l’assetto Federale degli Stati Uniti d’Europa si risolvono i problemi dei vantaggi e svantaggi dei singoli Paesi, perché il saldo finale è un beneficio per tutti sul piano economico e sociale, geopolitico e culturale.

3) È semplice comprendere che i passaggi storici di svolta non si fanno nei momenti piatti ma quando la posta in gioco è veramente alta. Questo è il momento giusto perché c’è una condizione oggettiva di crisi senza precedenti e perché c’è la soluzione giusta per trasformare la crisi in una nuova era di Pace e di Sviluppo sostenibile. Ci sono anche i Paesi pronti e  di un certo peso e la stessa maggioranza dei giovani europei, anche tedeschi e olandesi, è disponibile a sostenere il percorso degli Stati Uniti d’Europa.

L’Italia ne trarrebbe vantaggio? Altroché! Sul fisco, sul reddito e sui salari. Sull’export  e sul turismo. Sui diritti sociali e civili. Sulla gestione dei flussi emigratori e sulla lotta alle mafie. 

Cosa fare allora? Intanto, non arretrare di una virgola. Andare avanti sino in fondo e mettersi alla guida, insieme alla Francia, alla Spagna e agli altri Paesi già  disponibili, di una strategia e di un percorso costituente degli Stati Uniti d’Europa. Anche la Germania finirà per convergere, perché da sola non può più godere dei vantaggi meschini sui tassi e sullo spread che l’Unione Europea ancora le consente. Pertanto niente ‘accordicchi’ o mediazioni al ribasso sulla gestione della crisi storica. 

Viviamo più che mai questo momento all’insegna della progettualità. La via del cuore e della testa è pronta, seguiamola.

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