RECOVERY FUND. FINALMENTE UN SEME FEDERALISTA DA AFFIANCARE AL PROGETTO DEGLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia



Il Fondo Comune Europeo per la Ripresa, più noto come Recovery Fund, è un seme positivo di tipo federalista che finalmente va nella direzione giusta per affrontare il dramma epocale dei risvolti sociali ed economici della pandemia da coronavirus.

Lo scontro su questo argomento al Consiglio d’Europa sembra sia stato duro, come nelle settimane precedenti. E i toni rischiano di restare accesi anche nei prossimi giorni.

Perché i nazionalisti sono contro gli Eurobond? Adesso pure contro il Recovery Fund?

Perché il loro obiettivo è non solo di andare contro una Unione Europea sicuramente ingiusta e inadeguata ma, in sostanza, contro la stessa idea di Europa Unita.

Adesso sono un po’ spiazzati e delusi dal possibile fallimento della logica “tanto peggio tanto meglio”. Sotto sotto, infatti, speravano che la stessa Merkel, solo a parole tanto odiata, potesse mantenere ferma la sua ostinata linea contraria al superamento in senso Federale della crisi dell'assetto Confederale dell'Unione Europea.

La scelta di organizzare il Recovery Fund è comunque un piccolo seme, che ha bisogno intanto per essere fecondo di tre accorgimenti:

1) alimentazione del Fondo non solo con risorse tratte dal nuovo bilancio europeo ma soprattutto ricorrendo al mercato finanziario, per recuperare una cifra di rilievo storico da mettere a disposizione dello sviluppo sostenibile dei Paesi Europei, soprattutto quelli che si trovano in maggiore difficoltà, e senza condizionalità sin dalla fase 2 della fuoriuscita graduale dall’emergenza.

2) investimenti diretti, innanzitutto verso le imprese, che siano a fondo perduto e destinati a sostenere inoltre altri settori strategici come la ricerca e la formazione di un sistema scolastico e universitario omogeneo e di nuova generazione.

3) tempi di realizzazione veloci, con burocrazia “zero” e controlli snelli ma efficaci, in grado di impedire truffe e speculazioni affaristico-mafiose.

Ma se il Recovery Fund è un seme Federale, bisogna a maggior ragione capire che non è possibile coltivarlo in un campo pieno di spine e sterpaglie alimentate dall’Assetto Confederale dell’Unione Europea. Tale ordinamento istituzionale, infatti, lascia spazio alle spinte egemoniche dei singoli Stati, che non consentono di prevedere una fiscalità omogenea per le imprese europee e un livello omogeneo di salari e stipendi, né di elaborare strategie comuni in politica estera e nella lotta contro i grandi flagelli rappresentati da epidemie sanitarie, povertà e disuguaglianze, maltrattamento dell’ambiente e diffusione di mafie e terrorismi.

Abbiamo in sostanza un bisogno vitale di un campo nuovo, sano e bene arato, da affidare alle cure di una classe dirigente lungimirante, dotata di visione e capacità progettuale. Il campo nuovo è il percorso Costituente degli Stati Uniti d’Europa.

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