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Il dibattito sull'Europa riflessione di Simona Orlando


Per una volta voglio lasciare ai “tecnici” dell’analisi economica/finanziaria, dei meccanismi fluttuanti ed altalenanti del mercato;...ai metodici studiosi degli establishments politici amministrativi della situazione in corso. Ancora agli appassionati che fanno di un fatto storico, di un evento, di un accadimento anche banalmente “naturale”, un oggetto di ricerca certosina-investigativa di Benedettiana medioevale memoria. Ben troppe parole sono state spese in questi ultimi mesi, e spesso chiamati a fare lo sforzo di capire il perché e il per come di alcune ostinazioni nel perseguire sempre e comunque il negativo, una dietrologia, la rincorsa all’approvazione di un papabile, perché palpabile data l’emergenza, era dovutamente impossibile, moltitudine elettorale.
Potrei elencarli tutti. Già! Gli appigli, le polemiche, i dibattiti, i voltafaccia come gli atteggiamenti da Bianconiglio ( Alice nel Paese delle Meraviglie. Carroll), espressi.
Oggi celebro il 23 luglio 2020 approvazione del recovery fund. L’Italia ha diritto a 209 miliardi per affrontare l’emergenza
Al monito del Professor Angelo Ivan Leone “Smettiamola di coprirci il capo di cenere, l'Italia e gli italiani sono vittoriosi perché hanno vinto insieme agli altri e non contro qualcuno o contro qualcosa.  Magari se riusciamo a capire questo possiamo assaporare meglio il gusto della vittoria di ieri. “
Stimolata e ammirata rispondo...
Come tutte le vittorie, si apre ora uno scenario che si presta al gergale detto “rimbocchiamoci le maniche”. Siamo in un momento storico in cui “non si scherza più”. L’esperienza di studi all’estero; la formazione che mi ha portato a lavorare per e nella UE, mi portano a concordare sul fatto che è stata una vittoria dell’Italia, a tutti gli effetti. Un risultato che lo stesso nostro De Gasperi, un Italiano, un visionario nonché uno tra i Padri Fondatori del Sogno di un Europa Unita, ha intuito, perseguito agognato dagli albori. Albori che nella costituzione della CECA CEE EURATOM, trovano i primi passi nei lontani anni ‘50, di un’intuizione diventata realtà!
È stata Restituita DIGNITÀ ad un Paese che ha tutto per poter dire la Sua, come fatto ampiamente in precedenza, e farla valere.
Quanto da fare è tanto. La coscienza delle cose prima di tutto. Prestarsi al nascondersi dietro un dito, o retorica superfetazione intellettuale, porta ad un “tana libera tutti” doveroso. Viene richiesto, fondamentale, un cambio di mentalità: una tenacia a non vedere il marcio, così per sport ormai diventato, sport nazionale, mi verrebbe da dire. Ma dello “sportivo” cogliere la disciplina, il perseguimento di un obiettivo; l’allenamento quotidiano affinché le tappe minuziosamente programmate, elaborate, necessarie vengano messe in campo per il raggiungimento del citato obiettivo. E allora immaginiamoci atleti, che si sono qualificati per una corsa. Muscoli tesi. Orecchie attente allo start. Si deve correre più veloci del vento!
E lo stesso vento porta via facilmente alibi (l’allenatore Velasco con la sua Teoria degli Alibi insegna), come  la solita salmodiante tiritera del lamento; la cenere cosparsa su troppe creste alzate. Grandi umili passi per cominciare un cammino. Verso la consapevolezza di sè, vettore della energia e azione proiettate fattivamente ad un cambiamento!
La responsabilità di scrivere una Nuova Storia!
Di Costruire ex novo!
Il punto focale è questo! Direi quasi spudoratamente lineare!

Dott.ssa Simona Orlando

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