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Visualizzazione dei post da 2021

L'Unione Europea conta poco geopoliticamente di Salvatore Calleri

  L'Unione Europea conta molto poco da un punto di vista geopolitico, lo si è visto recentemente sia per quanto riguarda la crisi afghana che per la triplice alleanza Usa- Australia- Gran Bretagna. Il contare poco è frutto del modello confederale che rende la Unione Europea debole nello scenario internazionale. Per farla contare di più si tira quindi fuori dal cappello la chimera dell'esercito europeo, a partire da un numero limitato di 5 mila unità. Una chimera l'esercito europeo in quanto prima di un esercito comune ci vuole un territorio ed uno stato di riferimento.  In parole povere senza Stati Uniti d'Europa (modello federale) niente esercito europeo. Per essere forti bisogna avere delle idee forti e la Unione Europea confederale è poco coesa in molte questioni e per questo conta molto poco. La Unione Europea o si trasformerà in Stati Uniti d’Europa o morirà. 

DA VENTOTENE AGLI STATI UNITI D’EUROPA. OTTANT’ANNI SONO GIÀ TROPPI. È TEMPO DI AGIRE di Giuseppe Lumia

  Sono trascorsi ben ottant’anni da quando, dall’isola perduta di Ventotene, dove erano confinati e reclusi, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con Eugenio Colorni e altri antifascisti, tra cui Ursula Hirschmann e Ada Rossi, si interrogavano su come uscire dalla terribile crisi della seconda guerra mondiale e progettavano il futuro.  La soluzione che proposero fu lanciata con un manifesto “Per un'Europa libera e unita”. È da leggere, è ancora una sorgente straordinaria, limpida e capace di dissetare il grande bisogno di vera unità che sentono soprattutto le nuove generazioni.  Ma attenzione, non si disegnava l’Europa come è quella di oggi: un’Europa che possiamo definire una sorta di Babele, debole e sconclusionata. Eh sì, lo abbiamo toccato con mano di fronte al dramma della pandemia da Covid-19: è una Babele perché ha diversi e squilibrati sistemi fiscali, inconciliabili livelli retributivi, divergenze sui diritti fondamentali, sulle strategie innovative, sulla lotta al...

La crisi afgana ed il senso di vergogna di Salvatore Calleri

  L'Afghanistan è sempre stato un paese complicato da invadere e da gestire. Ne sanno qualcosa i britannici che dopo ben tre guerre anglo-afghane gli concessero l'indipendenza il 19 agosto 1919. È un paese in guerra praticamente dal 1973 con il periodo sovietico 1979-1989 ed americano / Nato dal 2001 ad oggi,  con i talebani come presenza costante. __________________________________________________ Oggi non si può non notare che quanto sta succedendo in Afghanistan e ci viene riportato via video produce un senso diffuso di vergogna in molti occidentali. La situazione è senza dubbio intollerabile e le scene dei bambini che i genitori lanciano ai soldati occidentali sperando così di salvarli, ricordano ben altri periodi quali la shoah. I valori universali contemporanei che derivano principalmente dalla "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" sono in antitesi col comportamento anni '90 dei talebani e tale ricordo ed i rumors attuali che ci arrivano,...

AFGHANISTAN: LO STRAZIO DELL’OCCIDENTE MA ANCHE UNA LEZIONE CHE DEVE FARE RIPENSARE E RIPROGETTARE L’EUROPA di Giuseppe Lumia

  Non ci si dà giustamente pace. Lo strazio delle immagini che ci sono giunte dall’aeroporto di Kabul è impresso nei nostri cuori e inquieta le coscienze dei giusti.  Due misure incalzano e sono tuttora da sostenere: 1) Aprire corridoi umanitari per consentire l’uscita dall’Afghanistan dei profughi e dei rifugiati, affinché non subiscano aggressioni da parte dei Talebani o siano lasciati nelle mani dei trafficanti di esseri umani. 2) Vigilare che le donne afgane siano realmente rispettate per evitare che siano sottoposte a violenze e conservino i diritti basilari già con fatica conquistati. Un’altra semplice riflessione e una altrettanto semplice domanda tormentano la nostra onestà intellettuale: 1) Era chiaro che bisognava lasciare l’Afghanistan. Bastava allora promuovere per tempo un tavolo internazionale sotto l’egida dell’ONU, magari sempre a Doha, chiamando in causa anche i Talebani, insieme ovviamente agli USA oltre all’Europa, con la partecipazione della Russia e della ...

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INTERVENTO DEL SEN. LUIGI ZANDA DEL 29 LUGLIO SUL TEMA MISSIONI ALL'ESTERO

L'ex senatore Luigi Manconi si è interrogato sulla soglia oltre la quale non è più possibile proseguire i rapporti con un Paese senza democrazia e senza stato di diritto, dove vengono quotidianamente violati i più elementari diritti umani.  Manconi sa che quella soglia si può trovare solo nel rapporto tra la gravità dei fatti e gli obiettivi della missione.  Se si cercano la pace e lo stato di diritto, solo una saggia e lungimirante valutazione politica può discernere tra le conseguenze di una rottura e l'utilizzo degli strumenti della diplomazia.  Dopo l'89, finito l'equilibrio nucleare tra Usa e Urss, il mondo ha sbandato e ancora non si è ripreso. L'unico equilibrio possibile è risultato essere quello molto difficile e instabile, di un multilateralismo attento e pragmatico.  Da questo assunto nascono le missioni internazionali che preservano quell'ordine mondiale che da decenni tiene il mondo in precario equilibrio. Oggi l'Italia opera in 59 missioni all...

9 MAGGIO... NON C'È NULLA DA FESTEGGIARE PER LA UE di Salvatore Calleri

Il 9 maggio è la festa dell'Europa. Ma questo anno appare evidente che non c'è proprio nulla da festeggiare.  Lo dico da federalista europeista convinto . Alla classe dirigente europea mancano i fondamentali geopolitici per festeggiare. Oggi la crisi sistematica e di modello confederale della Unione Europea appare sempre più evidente. La inefficace gestione dei vaccini. La mancanza di unità sui diritti. L'andare in ordine sparso dei singoli stati su molte questioni prima tra tutte la solidarietà. La mancanza di una linea politica e di una conseguente visione. La Unione Europea anche a Porto nei confronti della proposta rivoluzionaria di Biden sui brevetti dei vaccini ha scelto dopo alcuni ondeggiamenti il mantenimento dello status quo. Oggi l’Unione Europea che segue il modello confederale non ha chance di sopravvivenza in un mondo a tre Usa, Cina e Russia. Può essere solo vassalla. Una Europa che sceglie il modello federale al contrario avrebbe delle enormi potenzialità ...

APPELLO PER GLI “STATI UNITI DEL MONDO”

APPELLO PER GLI “STATI UNITI DEL MONDO” 1. Sin dalla sua costituzione la FONDAZIONE MEDITERRANEO ha assunto fra i suoi obiettivi la costituzione degli “STATI UNITI DEL MONDO”: una “Coalizione di valori e di interessi condivisi” tra tutti i popoli che nel tempo hanno prodotto reciproche influenze socio-culturali e intensità di scambi; una tradizione di sinergie, anche turbolente e inquiete, dalle quali è sorta un indissolubile interdipendenza più forte di tutti i contrasti, le opposizioni e le guerre. 2. Negli ultimi tre decenni la FONDAZIONE MEDITERRANEO ha valorizzato queste sinergie, in particolare nell’area del “Grande Mediterraneo”, e dato loro spessore. Intendendo continuare ad operare nello spirito della pace e collaborazione tra i popoli e nel rispetto dei diritti fondamentali espressi nella carta dell’ONU in questo momento difficile per il pianeta e l’umanità, diffonde questo “APPELLO PER GLI ‘STATI UNITI DEL MONDO’” teso a riunire uomini e donne, organismi e istituzioni dei va...

Modello confederale UE... Quando tutti i nodi vengono al pettine di Salvatore Calleri

  Il modello confederale della UE non è adatto  soprattutto nei momenti di crisi, in quanto va esso stesso in crisi . La gestione recente dei vaccini a livello UE ha mostrato in toto i limiti sia pratici - gestionali che geopolitici nei confronti di Usa, Russia e Cina mostrando appunto che tutti i nodi vengono al pettine. Ad esempio l'autorizzazione ai vaccini è doppia, prima a livello europeo e poi nazionale. Inoltre non abbiamo un vaccino UE, perché il modello confederale ha lasciato ai singoli stati questo compito impossibile.  La distribuzione dei vaccini inferiore alle prenotazioni, ha fatto sì che molti Stati abbiano assunto posizioni diverse con aperture ad altri Paesi quali la Russia. Il rapporto con le case farmaceutiche appare da parte UE non incisivo. Cambiando tema, per quanto riguarda determinati diritti alcuni Stati dell'est Europa esprimono posizioni totalmente diverse rispetto al blocco europeo occidentale. Posizioni non tollerabili perché incompatibili...

LA UE NON REGGE IL CONFRONTO CON USA, RUSSIA E CINA DI SALVATORE CALLERI

Oggi dobbiamo porci una domanda.  Il momento geopolitico che stiamo vivendo, con una Russia molto attiva nello scenario internazionale e con la Cina che ogni giorno che passa è sempre più forte e con il ritorno in gande stile degli Usa di Biden, la Unione Europea è in grado di reggere il confronto? A mio modesto parere no. Vediamo perché. Cina, Russia e Usa sono stati, di cui gli ultimi due federali. Gli Usa sono in particolare una democrazia che si può definire avanzata. La Ue ha una struttura confederale imperfetta. Le strutture confederali nei momenti di crisi favoriscono gli egoismi dei singoli stati e non rappresentano un modello forte ed efficace da un punto di vista geopolitico per una serie di contraddizioni. La Ue in materia di diritti ha mostrato una mancanza di compattezza alle sue periferie. Con i recovery fund è avvenuto lo stesso con i cosiddetti stati rigoristi. Per non parlare di una BCE che nasce dimezzata nei poteri in quanto limitata dalla forma confederale. Altr...