APPELLO PER GLI “STATI UNITI DEL MONDO”


APPELLO PER GLI “STATI UNITI DEL MONDO”

1. Sin dalla sua costituzione la FONDAZIONE MEDITERRANEO ha assunto fra i suoi obiettivi la costituzione degli “STATI UNITI DEL MONDO”: una “Coalizione di valori e di interessi condivisi” tra tutti i popoli che nel tempo hanno prodotto reciproche influenze socio-culturali e intensità di scambi; una tradizione di sinergie, anche turbolente e inquiete, dalle quali è sorta un indissolubile interdipendenza più forte di tutti i contrasti, le opposizioni e le guerre.

2. Negli ultimi tre decenni la FONDAZIONE MEDITERRANEO ha valorizzato queste sinergie, in particolare nell’area del “Grande Mediterraneo”, e dato loro spessore. Intendendo continuare ad operare nello spirito della pace e collaborazione tra i popoli e nel rispetto dei diritti fondamentali espressi nella carta dell’ONU in questo momento difficile per il pianeta e l’umanità, diffonde questo “APPELLO PER GLI ‘STATI UNITI DEL MONDO’” teso a riunire uomini e donne, organismi e istituzioni dei vari Paesi per individuare obiettivi percorribili e mezzi efficaci per la difesa del pianeta, la coesistenza di filosofie, fedi e religioni, l’equa ripartizione di beni e risorse, l’unione di scienza e politica per la salvezza dell’umanità.

3. Ci stiamo velocemente inoltrando nel secolo che sta per concretizzare l’esplorazione del Quarto Ambiente: i popoli della Terra non possono affrontare questo inedito cambiamento di fase in forme conflittuali. Le prospettive che si aprono impongono una mutazione sostanziale tesa alla fratellanza universale, alla condivisione di principi ed obiettivi comuni ma diversamente declinati nelle varie regioni del mondo. Tutti insieme dobbiamo avere cura della nostra casa comune, diffondere una visione sistemica, operare in ottica transgenerazionale.

4. Per la costruzione degli “STATI UNITI DEL MONDO” occorre promuovere la comprensione internazionale medianteconoscenzadellerealtàidentitarie,socialieculturali:incoraggiandolalorostrettainterazione -alfinedi rafforzare i valori e gli interessi condivisi nel rispetto dei diritti fondamentali della persona umana - sviluppando la cooperazione intellettuale e la formazione di risorse umane in ambiti multidisciplinari, consentendo a tutti l’accesso alle fonti di conoscenza per la tutela e salvaguardia del creato e della vita.

5. Il pianeta è ormai danneggiato da cambiamenti climatici e inquinamento; inoltre è percorso da tensioni, crisi e conflitti che lacerano una convivenza pacifica e prosperosa. La recrudescenza del terrorismo e il rischio di frattura fra chi crede nel dialogo e chi va a scontri fra civiltà impone l’impegno di Governi e istanze della Società Civile per promuovere una “Coalizione di valori ed interessi condivisi”, indispensabile dopo la pandemia ed alla vigilia di una catastrofe ambientale annunciata.

6. La “Coalizione” dovrà sviluppare modelli e diffusi programmi di crescita morale e materiale, basati sulla pari dignità e il rispetto di identità diverse, portatrici di principi e valori autonomamente prescelti e definiti, ma aperte allo scambio e al confronto. Specificità, ricchezza delle tradizioni e al tempo stesso comunanza di interessi e azioni: lo spartiacque tra specificità e comunanza di valori troverà la sua ragione nel rispetto dei diritti fondamentali della persona e costituirà l’impegno a far fronte alle nuove sfide quali il diritto alla salute, alla libertà, all’eguaglianza tra uomo e donna. Tutto questo lavoro è basato sul principio delle pari dignità dei popoli e sul rispetto del pluralismo, delle diversità culturali e religiose, dei diritti fondamentali della persona e della democrazia.

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7. La riconciliazione impone Solidarietà. Occorre offrire ai giovani educazione e preparazione professionale riducendo gli handicap di partenza. Un grande sforzo per permettere l’equa inserzione nel mondo del lavoro: un’apposita azione compete a tutti i soggetti deputati ad individuare specifici bisogni formativi in relazione alle possibilità del mercato del lavoro aperte dalla dimensione globale.

8. Il riconoscimento della conoscenza universale non sarà a scapito del radicamento delle culture a livello locale e dovrà mettere insieme tradizione, modernità e innovazione. L’impegno per la costruzione di “Alleanze tra le Civiltà” si inscrive nella necessità di nuove politiche dove il rispetto per la cultura dell’altro permetta la difesa fondamentale della persona e dei suoi diritti. Questa è la nuova frontiera di sperimentazione sociale nelle realtà dove intensi processi migratori portano alla coesistenza di religioni e culture.

9. La diffusione del benessere comporta la promozione di nuove divisioni del lavoro e lo sviluppo della produttività comparata. E’ questo il clima per favorire gli investimenti. La tutela dei diritti della persona, delle classi sociali più deboli, delle aree meno favorite del pianeta dovrà contemperare le regole di funzionamento del mercato, coniugando efficienza e solidarietà.

10. La costruzione di una società globale - nella “Città interetnica” costituita dall’intero pianeta - salda nei principi e nei valori condivisi è incompatibile con lo scontro tra civiltà, l’uso della forza e il sovvertimento violento dell’ordine politico e sociale. Chi predica l’ideologia del male, chi istiga alla divisione, chi incita alla sopraffazione dovrà essere moralmente isolato specialmente se si riusciranno a sradicare i semi della discordia. I popoli di tutto il mondo, specialmente dopo la pandemia, hanno un interesse vitale a seguire un altro cammino da quello dell’ imposizione di forme di Governo dall’ esterno e del ricorso al terrorismo e al sovvertimento violento.

11. Tutte le religioni del mondo, tutte le “filosofie” - dal Cristianesimo all’ Ebraismo, dall’ Islàm al Buddismo e le altre fedi che hanno contribuito e contribuiscono alla formazione delle varie identità del pianeta - devono percorrere l’unica via possibile: collaborazione, mutua comprensione, solidarietà. Non va dimenticato che la civiltà europea ha verso l’Islàm un grande debito, poiché l’Europa occidentale deve il suo risveglio in gran parte alla civiltà islamica: ed è così per tante altre religioni in tante aree del mondo. È giunto il momento di pagare quel debito. E’ tempo di riconoscere il ruolo fondamentale che ha avuto la cultura musulmana e la civiltà dell’ Islàm nello sviluppo dell’universalismo e, anche se si sottovaluta questo apporto, tutte le società devono accentuare iniziative in grado di risolvere ogni occultamento della memoria nei confronti di tutte le religioni che, insieme, costituiscono il grande arcobaleno della spiritualità.

12. In alcune parti del mondo la Globalizzazione ha generato e genera ostilità, a volte violenta. Si assiste a una generalizzazione di diverse visioni del mondo, dando libero corso a tutti gli stereotipi accumulati nell’immaginario delle varie regioni del mondo. Ne è risultata una contrapposizione fra società - alcune incapaci di adattarsi al cambiamento del mondo- e una modernità appannaggio solo delle classi acculturate e ricche. Noi sottolineiamo la sterilità di questa visione del mondo, di questa cosiddetta irriducibilità delle cose fra società e culture antitetiche alla modernità e un Occidente, ad esempio, simbolo di una modernità compiuta. Occorre superare questa visione pericolosa e costruire una modernità condivisa con il rispetto delle diverse culture e tradizioni.

13. Le antiche culture e religioni e la modernità non devono essere considerati come antagonisti: il problema è a più termini. Tantissime realtà storiche e un’area critica comune; una problematicità dove ognuno vede nell’occhio dell’altro l’espressione della propria mancanza; un universo condiviso dove le logiche del grande capitale rendono varie regioni del mondo, mutanti di volta in volta, sempre più periferiche rispetto ai luoghi di governo. La questione, che posta in questo modo porta a una politica di opposizione, posta invece a più termini spinge alla solidarietà per muoversi insieme verso uno stesso fine, anche se diverso è il punto di partenza e diverse sono le distanze dal

termine. La collaborazione è la base per costruire gli “STATI UNITI DEL MONDO”; individua nella Società Civile 2


dei vari Paesi - Comunità locali, Università, Organizzazioni imprenditoriali e professionali, Sindacati, ONG, reti di associazioni, media, ecc. - il fattore chiave per progredire nei diritti fondamentali, nella sicurezza politica, nella cultura, nell’economia, nella scienza, nello sviluppo sostenibile, nella comunicazione e nell’informazione.

14. Il pianeta è uno spazio geografico e politico: oggi racchiude il bisogno di dialogo tra le culture, di pace, di integrazione tra innovazione e tradizione, di diritti individuali e di solidarietà sociale. Le numerose iniziative per la pacificazione e lo sviluppo fin qui intraprese hanno prodotto progressi parziali. Le stagioni della speranza e altre iniziative si trovano in uno stato di stallo. Molti Paesi non devono più essere oggetto di programmi politici decisi altrove, ma soggetto di strategie che siano espressione diretta dei bisogni reali dei singoli popoli: per questo occorre prendere coscienza dei rischi di destrutturazione e marginalizzazione dei vecchi schemi geopolitici e geostrategici ed impegnarsi per la costruzione degli “STATI UNITI DEL MONDO”.

15. Questo progetto non è utopia, né replica quello che accade in organismi come le Nazioni Unite, né intende allargare mito e spazi al fine di colonizzare luoghi più periferici e abbandonati. Gli “STATI UNITI DEL MONDO”, specialmente dopo la pandemia, sono una necessità, un’àncora di salvezza in uno spazio mentale dove le differenze e le contrastanti visioni vengono annullate da una rappresentazione globale fondata sul rispetto della persona e della vita. Gli “STATI UNITI DEL MONDO” sono costituiti da donne e uomini diversi, spesso anche in conflitto, ma che vogliono giustizia sociale e democrazia. E per questo che parlando di “STATI UNITI DEL MONDO” non parliamo di un’entità astratta che si colloca in antichità remote, ma di donne e uomini del XXI° secolo alle prese con la recente pandemia e con la necessità di governare i processi globali per non esserne divorati e subordinati.

16. La FONDAZIONE MEDITERRANEO - subito dopo la caduta del Muro di Berlino - è stata tra i principali promotori del Dialogo tra le Culture anche grazie alla presenza in organismi internazionali. Ha fatto tesoro degli insegnamenti della storia e di quanto affermato da protagonisti della storia passata e recente: da Victor Hugo ad Alcide De Gasperi, da Gerardo Marotta a Predrag Matvejevic’, da Nullo Minissi a Giovanni Pugliese Carratelli (per gli “STATI UNITI D’EUROPA”); da Gustavo Rol a Michele Capasso (per gli “STATI UNITI DEL MONDO”), da Vittorio Di Pace a Corrado Beguinot (per la “Città interetnica”), da Massimo Pica Ciamarra a Pasquale Belfiore (per la “Città del Dialogo”). La sua azione si è svolta senza sterili burocratismi e ogni risorsa è stata investita direttamente sul campo: l’ampio numero di accordi di partenariato sottoscritti e la quantità e qualità delle azioni realizzate documentano l’alto impatto ed i risultati concreti conseguiti nell’ultimo trentennio.

Con questo bagaglio di esperienze la FONDAZIONE MEDITERRANEO - con l’Accademia del Mediterraneo, la Maison des Alliances, la Maison de la Paix, la Maison de la Méditerranée, l’Osservatorio Mediterraneo sulla Cirminalità Organizzata e le Mafie (OMCOM) e la sua rete di organismi e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo e del mondo - ritiene urgente sollecitare tutte le forze in campo e le risorse disponibili al fine di tessere una rete di “Alleanze tra Civiltà”, base fondante per la costituzione degli “STATI UNITI DEL MONDO”: soggetto politico e sociale che ha come protagonisti i giovani, produttori del nostro futuro. A loro - futuri studiosi, scienziati e ricercatori - va il compito di assicurare la salvezza della Terra e del creato; la coesistenza e collaborazione di filosofie, culture e religioni; la tutela dei diritti e delle aspirazioni di ciascuno nella libertà e nella democrazia.

Non è utopia. L’utopia è la legge della giungla in cui viviamo, la perdita di valori fondamentali e la diffusione di particolarismi ed egoismi che stanno distruggendo il positivo del mondo.

Gli “STATI UNITI DEL MONDO” sono l’ultimo baluardo per la difesa e la salvezza dell’umanità.

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PER ADERIRE INVIARE UNA MAIL A : INFO: info@fondazionemediterraneo.org

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