PRIME VALUTAZIONI SUI RISULTATI DELLE ELEZIONI EUROPEE di Giuseppe Lumia


PRIME VALUTAZIONI SUI RISULTATI  DELLE ELEZIONI EUROPEE

Va ribadito: non dimentichiamo che sono state elezioni europee. 

In chiave europea possiamo pertanto considerare:

1) Le Forze sovraniste-nazionaliste-populiste vanno avanti soprattutto in Italia, in Inghilterra, in Francia e in altri Paesi, in Ungheria e Polonia ma non sfondano anzi escono complessivamente in netta minoranza.  Tiriamo un sospiro di sollievo ma attenzione perché se dovessero rimanere inalterati i problemi socio-economici della crisi del ceto medio e dell’attuale assetto critico e ibrido dell’Unione Europea è facile prevedere che riprenderanno a crescere...

2) Le Forze Politiche variamente Europeiste tengono ( tra i parlamentari europei 179 i Popolari, 150 i Socialisti e Democratici, 107 i Liberali, 70 i Verdi) anche se comunque perdono terreno per cui c’è da capire quale percorso intraprendere per non rimanere ancorati allo status quo che produce solo alimento per gli anti europeisti... Allearsi è giusto e necessario ma guai a lasciare inalterata la realtà istituzionale, burocratica, sociale ed economica dell’Unione Europea, sarebbe solo un gravissimo errore...

3) I Soggetti Politici di chiara ispirazione Progressista e Democratica  al di là dei risultati elettorali hanno perso un’occasione straordinaria. Sembra che in Spagna, in Portogallo e in Olanda siamo andati abbastanza bene. Così in Italia dove si è in netta ripresa. I problemi esistono in diversi Paesi e si confermano seri sia in Francia che in Germania dove sono andati molto bene i Verdi (molto diversi dagli italiani). In Europa comunque nei Partiti Progressisti e Democratici non si è saputo promuovere una sfida vera e appassionante. Con un Manifesto Costituente degli Stati Uniti d’Europa lanciato in tutta Europa avremmo avuto un risultato ben diverso, forse storico...



Passiamo ad una lettura in chiave più italiana che purtroppo è prevalsa anche durante la campagna elettorale. Rimane un errore per tutte le forze politiche e soprattutto per il Paese. Vediamo  un po’:

1) La Lega vince. Cresce molto. Innegabile. Neanche nelle ultime settimane ha subito un certo freno per le scelte più di destra consumate da Salvini come si sperava...

2) L’asse politico complessivo si sposta  comunque a destra (Lega, Fratelli d’Italia, senza contare Forza Italia al di là del fatto che esce molto ridimensionata). Il Centro Destra unito vincerebbe oggi le elezioni politiche nazionali a mano bassa. Anche la Regione Piemonte passa al Centro Destra...

3) Il Movimento di 5 Stelle crolla e di molto. Anche questo risultato è chiarissimo. I 5 Stelle devono riflettere e capire che rischiano un lento e inesorabile declino. Hanno di che lavorare per ridefinire identità, progettualità e alleanze e strategia di governo...

4) Il PD recupera un certo consenso. Innegabile e positivo. I problemi rimangono tuttavia aperti. Ha pagato positivamente una costante opposizione al governo ma è stato in un certo senso limitativo aver giocato la partita elettorale solo in tale direzione. È mancata la parte più diretta sull’Europa. Bisognava avere più coraggio e visione progettuale sugli Stati Uniti d’Europa. Anche il nuovo Movimento di Più Europa con una scelta più netta sugli Stati Uniti d’Europa avrebbe ottenuto di più. Avremmo avuto così in poco tempo un Centro Sinistra più moderno e libero dalle vecchie dinamiche... Ma questa dimensione si può recuperare lanciando da subito la proposta Costituente degli Stati Uniti d’Europa nel contesto delle Forze Socialiste e Democratiche dove il PD ha un peso decisivo...

Commenti

  1. Risposte
    1. Secondo me è la strada giusta come linea generale. Ma in considerazione che il livello culturale medio basso della Nazione è dell'elettorato che si reca a votare, secondo me, necessità tornare tra le persone e fare una comunicazione adatta al loro livello di apprendimento. È necessario progettare un piano programma a medio e lungo termine che tenda in questi termini. Scrollarsi degli errori fatti e farne tesoro. Preparare un progetto politico, che secondo me in atto manca, che sia semplice ma nello stesso tempo efficace e credibile per l'elettorato ed anche per i soggetti che non si recano al voto.

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