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CATALOGNA, ANALISI DEL VOTO E POSSIBILI SOLUZIONI riflessione di Salvatore Calleri e di Giusppe Lumia

Seguiamo ta tempo quello che succede in Catalogna. Lo seguo con attenzione per le dinamiche geopolitiche che ne possono derivare per lo scacchiere europeo.

Il 21 dicembre si è votato in Catalogna dopo la situazione drammatica di tensione seguita alla dichiarazione di indipendenza.

Ma come è andato il voto questa volta? E soprattutto chi ha vinto?

I principali sostenitori dell'unità spagnola  del movimento dei Ciudadanos sono arrivati primi ma hanno comunque perso le elezioni. in quanto privi di coalizione, nonostante il notevole avanzamento in termini di voti effettivi e seggi. Nel 2017 hanno avuto oltre 1.100.000 voti (25,3%) rispestto ai circa 750.000 (17,9%) del 2015, passando da 25 a 37 seggi.

Il Partito Popolare del premier spagnolo Rajoi ha straperso, e questo sta a significare che la sua incapacità di gestire la crisi è stata punita dall'elettorato, in questo per una volta concorde, di unionisti ed indipendentisti. Nel 2015 il Pp aveva preso crca 350.000 voti (8,49%) e 11 seggi, mentre nel 2017 ne prende solo 184.000 (4,24%) e 3 seggi. Una vera e propria debacle.

I Socialisti spagnoli tengono, avanzano un poco, ma deludono le aspettative risultando ancora schiacciati tra le varie tematiche e a mio modesto avviso privi del necessario mordente. Passano comunque da circa 520.000 voti (12,72%) del 2015 e 16 seggi a circa 600.000 (13,88%) e 17 seggi.

Podemos ed i suoi alleati non vanno bene e risultano ridimensionati passando da un 8,94 % pari a circa 360.000 voti nel 2015 e 11 seggi ad un 7,45% pari a circa 320.000 voti nel 2017 e 8 seggi.

Spostandoci direttamente nel fronte indipendentista i 2 partiti principali del presidente deposto Puigdemont in esilio in Belgio e del vicepresidente Junqueras in carcere vanno sostanzialmente bene con il primo che raccoglie nel 2017 circa 940.000 voti (21,65%) e 34 seggi ed il secondo 929.000 voti (21,39%) e 32 seggi. La scorsa volta uniti avevano preso circa 1.600.000 voti (39,59%) e 62 seggi.

Va male il terzo partito indipendentista più estremo, la Cup, che passa dai circa 337.000 voti (8,21%) e 10 seggi del 2015 ai circa 193.000 voti (4,45%) e 4 seggi.

Nel complesso tirando le somme i partiti unionisti nel 2017 hanno preso circa 1.888.000 voti pari al 43,48%. Nel 2015 raccolsero circa 1.600.000 voti pari al 39,11%. i partiti indipendentisti nel 2017 hanno preso circa 2.060.000 voti pari al 47,49%. Nel 2015 raccolsero  circa 1.960.000 voti pari al 48,08%.

Nonostante la forte caratterizzazione e lo scontro diretto con Madrid, intorno ad unità nazionale, si può affermare che gli indipendentisti hanno vinto senza stravincere e in termini di governo hanno la maggioranza necessarisa. La Catalogna rimane comunque divisa politicamente in 2.

Il dato positivo è stata la grande partecipazione ben superiore all'80% oltre alla civiltà dimostrata dai cittadini.

Detto questo ci dobbiamo soffermare sulla situazione. Situazione complicata.

Da un lato abbiamo gli indipendentisti catalani che appartengono agli indipendentisti non nazionalisti, vera e propria novità, e che sono dei repubblicani e federalisti europei.

Dall'altro degli unionisti che essendo nazionalisti, sovranisti, monarchici e cofederalisti europei manistano una diversità incomponibile. Una vera e propria contraddizione in termini.

Dopo tale risultato è necessario e saggio che le parti facciano tesoro degli errori e si parlino.

Se ciò non avverrà si potrebbe rischiare un effetto domino in Corsica, Scozia, Irlanda del Nord et similari.

L'Unione Europea come al solito è formalmente rigida, ma la diplomazia ci insegna che si può essere rigidi ma trattare per trovare la soluzione.

Per ricomporre la situazione l'unica via d'uscita in Europa nel prossimo futuro, a nostro modesto parere, sono gli Stati Uniti d'Europa sul modello cantonale Svizzero in cui lingue ed abitudini diverse convivono.

Convivono in pace e prosperità.

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