STATI UNITI D'EUROPA - DOPO ELEZIONI TEDESCHE, UNA META riflessione di Giuseppe Lumia

Anche in Germania si è giunti al voto. Mesi e mesi di campagna elettorale e di attese. Nessuna novità: l’ennesima vittoria di Angela Merkel, la severa sconfitta del SPD guidato da Martin Schulz e l’emergere del partito della destra estrema (AFD), che giunge il 12% dei consensi.

La vittoria della Merkel e l’affacciarsi della destra estrema sono state ampiamente discusse e analizzate. La sconfitta del partito socialdemocratico (SPD) un po’ meno, perchè sembra che segua lo stesso destino negativo dei progressisti di altri Paesi, che via via vanno al voto.

Vorrei soffermarmi proprio su quest’ultimo dato per riflettere insieme e trarre la dovuta lezione. Per molti versi è sempre la stessa, così come lo è stata la Brexit in Inghilterra, la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti ed i risultati elettorali precedenti in Olanda e in Francia. Sono sempre più convinto che i grandi partiti progressisti, in qualunque Paese avanzato operino, hanno due temi che li dilaniano al punto da far perdere molti consensi. Si tratta del grande ritorno della questione dell’uguaglianza, da un lato, e della nuova questione della sicurezza, che continua a crescere nell’attenzione dei cittadini, dall’altro. Un partito progressista che non elabora per tempo un’idea-progetto su queste grandi problematiche e non riesce a farle diventare risorsa viva, dinamica e condivisa del proprio modo di pensare e di agire è destinato a delle severe sconfitte.

In qualsiasi Paese avanzato, nel tempo attuale della globalizzazione, l’uguaglianza è tornata ad essere non solo più un valore, ma una stringente necessità. Il ceto medio si è impoverito come non mai, la forbice tra ricchi e poveri è drammaticamente cresciuta, il disorientamento etico e culturale consuma tutto ciò che resta. Il valore dell’uguaglianza è sicuramente antico, ma oggi coglie di sorpresa proprio quei partiti che dovrebbero avere più agilità e più capacità etiche e programmatiche nel farlo proprio. Il vento dell’uguaglianza invece, attraversa e spazza via la sinistra e si adagia nella mente e nelle gambe delle forze più aggressive della neodestra, spesso anche caratterizzate da xenofobia, a tratti autoritarie e neofasciste, spesso definite semplicisticamente come partiti populisti. Non capire che bisogna proporre moderne politiche di uguaglianza per ridare valore e reddito al ceto medio, al mondo del lavoro, ai giovani è non comprendere fino in fondo anche la lezione tedesca.

Il problema naturalmente non si risolve con quattro slogan, ma richiede una progettualità di fondo da maturare e vivere nella e con la società, attraverso scelte radicali, ideali e programmatiche sia sul versante sociale ed economico, sia sull’identità di un partito che si vuole ancora definire di sinistra. Alcuni esempi tematici come web tax, scuola a tempo pieno, abbattimento del cuneo fiscale, politica dei redditi, merito e produttività … hanno bisogno di riforme puntuali e coraggiose che ancora sono carenti nei vari appuntamenti del governo e della politica europea ed italiana.

Lo stesso ragionamento radicale vale per l’altra questione che soffia stavolta più da destra, anche questa in modo impetuoso e travolgente per le forze progressiste di sinistra. Si tratta della questione sicurezza che, non mi stanco di ripetere, deve essere presa sul serio, con coraggio e progettualità, così come la vicenda dell’esodo biblico degli immigrati. La sicurezza è un valore di nuova generazione, penso addirittura di rango costituzionale, che merita politiche di massimo rigore quando si tratta di lotta al terrorismo, alle mafie e alla stessa criminalità diffusa. La sicurezza per quanto riguarda l’immigrazione va coniugata con il criterio guida dell’integrazione nel Paese che accoglie da un lato e, dall’altro, con politiche di grandi investimenti simili al piano Marshall in Paesi dove l’immigrazione ha origine. Integrazione nei Paesi europei ed occidentali e politiche di sviluppo sostenibile e globale nei Paesi poveri, sono facce della stessa medaglia, se ci si ferma solo su uno di questi aspetti, crolla qualunque criterio valoriale di accoglienza e di solidarietà e si rischia di essere preda di retoriche politiche razziste. Ius soli, colpire il traffico degli esseri umani, promuovere la crescita in loco dei Paesi in via di sviluppo debbono procedere insieme e devono far parte di una strategia globale in grado di prendere di petto il tema dell’immigrazione, che continuerà ancora per molti anni ad occupare la mente e il cuore dei cittadini, in balia dei populismi di turno. La lezione tedesca anche su questo continua ad essere attuale e decisiva.

Uguaglianza e sicurezza debbono inoltre poter camminare su gambe più solide degli attuali partiti progressisti, il “partito Io” si è rivelato, nei Paese nei quali è stato praticato, fragile, di corto respiro, debole ed incapace di arginare l’antipolitica, di proporsi come forza in grado di raccogliere vasti consensi popolari e tornare ad essere partito di governo solido e stabile. Bisogna rimettere mano al “Partito noi”, un noi aperto, progettuale, innovativo. Niente a che vedere con quelli vecchi, ma neanche con i fragili e delegittimati partiti attuali. E’ un lavoro su cui bisogna investire energie e tempo con coraggio e sistematicità, per forgiare una classe dirigente all’altezza della sfida. Infine, è necessaria una meta ideale perchè ogni generazione deve avere la sua (il Risorgimento, l’Unità d’Italia, la lotta al fascismo, il boom economico…).

Sia chiaro, senza meta si cammina male, si rischia la passività, di smarrirsi o di girare a vuoto. La meta di oggi è quella degli Stati Uniti d’Europa, senza di essa la stessa Europa è destinata al declino e a spegnersi lentamente. Gli Stati Uniti d’Europa sono un obbiettivo ideale e nello stesso tempo smuovono la concretezza della vita quotidiana. Alcuni esempi sono eloquenti, con un solo esercito europeo saremmo senz’altro più sicuri nella lotta al terrorismo e impiegheremo meno risorse. I fondi risparmiati potrebbero essere destinati alle tanto attese politiche dell’occupazione, al rilancio del lavoro e della sua produttività. Una Fbi europea ed una Procura antimafia dell’Unione per combattere la diffusione delle mafie con un approccio moderno, capace di coniugare legalità e sviluppo. Stesso ragionamento vale per i diritti civili, le politiche fiscali e di welfare. Gli Stati Uniti d’Europa in sostanza, devono diventare una meta vera su cui impegnare le migliori energie di ciascun Paese e su cui le classi dirigenti devono cimentarsi, se si vogliono raccogliere fino in fondo gli insegnamenti della lezione tedesca.

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