L’UCRAINA È SOTTO ATTACCO. SI È SOTTOVALUTATO IL PERICOLO, DAVANTI AL QUALE SIAMO ANCORA PRIVI DEGLI STATI UNITI D’EUROPA di Giuseppe Lumia

 



È arrivato l’attacco a tutta l’Ucraina. Il cuore di ognuno di noi è lacerato. La Pace viene ancora una volta calpestata. C’è molto da ripensare e da riprogettare. 


Putin è un classico e insidioso dittatore, alla fine ha dato corpo ad una strategia che parte da lontano. Ha iniziato una guerra vera e propria nel cuore dell’Europa che tende a riproporre il controllo su una vasta aerea e a riorganizzare il contesto geopolitico mondiale.


Alcune considerazioni a caldo.


1) In Occidente tutti i principali analisti e commentatori, nei giorni scorsi, hanno sottovalutato l’evolversi della crisi, hanno minimizzato i segnali che annunciavano l’invasione, addirittura alcuni negato il pericolo di un’azione militare. Questo la dice lunga sulle capacità culturali della nostra intelligenza occidentale. 


2) L’Alleanza Euro-Atlantica adesso è nei guai. Che fa? Passa alla guerra? Non è pronta e sarebbe un disastro dagli esiti mondiali troppi rischiosi. Prende solo misure economiche, per quanto pesanti, contro la Russia? Ma Putin aveva già previsto questa ipotesi e si è cautelato con un accordo forte con la Cina. E come risolvere i problemi dei vari Paesi europei, compreso il nostro, per la fornitura del gas russo? Insomma siamo messi abbastanza male. L’errore nasce, a guardare solo gli ultimi decenni, dall’aver prima mollato i Curdi e poi l’Afganistan. Da quel momento, l’Alleanza Euro-Atlantica si è privata di qualunque credibilità e ha fatto capire a Putin e ad altri regime autoritari come Erdogan che potevano agire indisturbati.


3) Il nazionalismo è guerra. Il nazionalismo in grandi Paesi porta all’imperialismo. I piccoli nazionalismi ad essere fagocitati. La Polonia e l’Ungheria adesso chi deve difenderle? Certamente l’Europa che disprezzano, quella dei diritti e della libertà! Anche l’Ucraina in mano ai nazionalisti si è esposta, ha giocato con il fuoco e si sta facendo divorare dal ben più grande nazionalismo russo. 


4) L’America è lontana. Eh sì, è divisa, lacerata, piena di disuguaglianze e di istanze autoreferenziali, con una spinta inevitabile verso il contesto geopolitico del Pacifico, priva in definitiva di una bussola per una nuova governance della globalizzazione e molto, ma molto indebolita da tante operazioni compiute in passato in giro per il mondo, spesso poco rispettose dei migliori valori democratici. Ha bisogno di tempo per ritrovarsi e rigenerarsi.


5) L’Unione Europea Confederale è ancora fragile e tuttora incapace di agire e di determinare un assetto di pace: non abbiamo un esercito in comune e una politica estera realmente unitaria. Non ci sono un Parlamento e un Governo europei con pieni poteri. Men che meno L’Unione Europea è in grado di far leva su un suo forte ruolo economico: siamo senza politiche energetiche comuni, senza i semiconduttori, senza i vaccini… Siamo soprattutto deboli perché abbiamo un assetto Confederale e non abbiamo strutturato per tempo un più moderno assetto Federale. Siamo deboli, in sostanza, perché siamo senza gli Stati Uniti d’Europa.

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