ANNIVERSARIO TRATTATO DI ROMA SIA OCCASIONE PER STATI UNITI D'EUROPA di Giuseppe Lumia
Siamo ai sessant’anni del Trattato di Roma che ha dato l’avvio a quella che oggi chiamiamo Unione europea. Quelli in cui nacque l’Unione erano anni di speranza, di ricostruzione, di grande progettualità, di alti ideali … dopo che si erano conosciute tragedie inenarrabili come la seconda guerra mondiale.
Adesso l’Europa è i ginocchio, in sostanza versa in una crisi drammatica, senza più quel respiro ideale e progettuale che ha accompagnato proficuamente il primo tratto del suo cammino.
Due questioni stanno flagellando l’Europa: l’assenza di sostanziale uguaglianza e la precaria sicurezza. La prima attiene alle differenze di reddito, di opportunità, di socialità e di integrazione. La seconda cresce sotto i colpi delle mafie, delle criminalità organizzate e con il terrorismo in testa. Gli ultimi fatti di Londra ci ricordano ancora una volta che la guerra scatenata dal radicalismo islamico continua ancora a consumarsi nei territori d’Europa.
A 60 anni dei Trattati, Roma in questi giorni sarà di nuovo teatro di memoria e di impegno, perché è giusto celebrare questo anniversario, ma è anche doveroso fare il punto e decidere il suo futuro.
L’Europa ha di fronte due strade, una cammina all’indietro e punta a ridare un ruolo ai tradizionali Stati-Nazione. Scelta sbagliata, per certi versi nefasta, va detto esplicitamente. Tutte le volte che nella storia è stata imboccata questa strada si è andati incontro a divisioni e conflitti tra Paesi, anche tragici.
L’altra via guarda avanti e propone in modo chiaro e netto la formazione degli Stati Uniti d’Europa. Un percorso ben delineato in grado di mobilitare un’enorme ricchezza di ideali e di passioni e riportare nei confronti della politica e delle istituzioni la fiducia delle nuove generazioni. Una strada che presenta anche risvolti concreti sul piano sociale e politico per uscire dalla situazione di stallo in cui l’Europa si trova.
L’altra via guarda avanti e propone in modo chiaro e netto la formazione degli Stati Uniti d’Europa. Un percorso ben delineato in grado di mobilitare un’enorme ricchezza di ideali e di passioni e riportare nei confronti della politica e delle istituzioni la fiducia delle nuove generazioni. Una strada che presenta anche risvolti concreti sul piano sociale e politico per uscire dalla situazione di stallo in cui l’Europa si trova.
Analizziamo un po’ di più questa seconda prospettiva.
Stati Uniti d’Europa. E’ l’unica alternativa possibile. Diversamente l’Europa, così com’è, difficilmente uscirà dalla crisi in cui versa drammaticamente. Oggi, i rischi di sfaldamento diventano sempre più elevati. Dopo la Brexit nel Regno Unito e dopo la sfida lanciata da Trump contro l’Europa nelle classi dirigenti europee si vola ancora basso. Nel frattempo la sfiducia verso l’Unione si tiene alta e il terrorismo, come dicevamo, continua a flagellare. La paura prende il sopravvento, le povertà e le disuguaglianze sociali si allargano, la difficile gestione dell’immigrazione crea rigetto tra i cittadini e la difficoltà di dare ritmi elevati di crescita economica continuano a caratterizzare i Paesi europei, a cominciare dal nostro.
Insomma, l’Europa rischia grosso se non apre una radicale fase costituente della sua identità e del suo progetto futuro.
Riflettiamo insieme: uno spazio comune antiterrorismo, antimafia e di sicurezza. Un esercito e un FBI europea comune. Un Parlamento con veri poteri legislativi. Il presidente della Commissione eletto direttamente dai cittadini. Investimenti e politiche moderne sui saperi, sulle scuole, sulle università, sulle attività produttive, una lotta reale alle povertà e all’emarginazione, un’omogenea politica fiscale ed ambientale e dei diritti sociali e civili. Il tutto realizzato con statuti e risorse comuni.
Riflettiamo insieme: uno spazio comune antiterrorismo, antimafia e di sicurezza. Un esercito e un FBI europea comune. Un Parlamento con veri poteri legislativi. Il presidente della Commissione eletto direttamente dai cittadini. Investimenti e politiche moderne sui saperi, sulle scuole, sulle università, sulle attività produttive, una lotta reale alle povertà e all’emarginazione, un’omogenea politica fiscale ed ambientale e dei diritti sociali e civili. Il tutto realizzato con statuti e risorse comuni.
Solo così della gravissima crisi dell’Europa possiamo farne, paradossalmente, un’opportunità, una risorsa senza precedenti per cambiare passo e spiccare il volo verso gli Stati Uniti d’Europa.
A Roma in questi giorni i capi di Stato e di governo proveranno a fare decollare l’idea dell’Europa a due velocità. Certo, un sano realismo non disdegna anche questa soluzione, ma il rischio è che comunque si rimanga impantanati. Ecco perchè forse il realismo più sano e più lucido necessita del coraggio di osare che lo stesso Presidente Mattarella ha chiesto all’Europa, proprio in un’importante seduta comune del Parlamento italiano, che si è svolta ieri alla Camera.
Allora, facciamo in modo che la celebrazione dei sessantanni dei Trattati di Roma non sia un’occasione sprecata, ma sia vissuta all’insegna di quanto pensarono Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann a Ventotene, durante gli anni duro del confino, mentre imperversava il nazifascismo.Anche il Pd che ha una forte propensione sull’Europa unita deve sposare con chiarezza l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa. Michele Emiliano questo coraggio lo ha dimostrato, indicando tale meta nel suo programma di lavoro. Il congresso nazionale sia l’occasione giusta per affrontare il tema a viso aperto.
In sostanza nei momenti di crisi bisogna dare il meglio di sè e in questo momento il meglio per l’Europa sono gli Stati Uniti d’Europa.
In sostanza nei momenti di crisi bisogna dare il meglio di sè e in questo momento il meglio per l’Europa sono gli Stati Uniti d’Europa.
Giuseppe Lumia
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